Nel lontano 2006, su PlayStation 2, SEGA rilasciava una nuova proprietà intellettuale, Yakuza, nota in Giappone come RyuGaGotoku. Fu l’inizio di una serie tanto amata in madrepatria, ma che sul territorio del nostro stivale, e in Europa, non ha ricevuto l’accoglienza che forse meritava.
Ora SEGA ci riprova ancora una volta portando la serie su altri lidi. Infatti, se in passato i vari titoli, con qualche eccezione nel solo mercato giapponese, sono state esclusive PlayStation, ora saranno disponibili anche su PC. In particolare Yakuza 0, un prequel recentemente uscito e già disponibile su Steam, e Yakuza Kiwami, che sarà rilasciato il 19 febbraio. Andiamo ad analizzare proprio la versione per Steam.
Guardare al passato, ma con l’occhio al presente
Yakuza Kiwami si rivela per ciò che è, ossia un remake del primo esponente della serie, che sa anche guardare al presente. Infatti utilizza gli asset di Yakuza 0 per modernizzare la grafica del titolo PS2 che gli ha dato i natali, aggiungendo anche diversi contenuti. In primis sono state aggiunte diverse cutscene non presenti nell’originale, che migliorano la caratterizzazione e la profondità dei personaggi. Quest’ultimi risultano così avere un maggiore spessore rispetto alla loro apparizione originale, valorizzando anche una narrazione più chiara e completa.
Altra aggiunta è la presenza di un enorme numero di quest secondarie, che chiaramente hanno lo scopo di aumentare maggiormente la durata del gioco. Infatti, spesso si avrà la sensazione che alcune di esse siano solo un mero riempitivo, non riuscendo nella loro eccessiva brevità a convincere o a essere pienamente contestualizzate. Tuttavia, nel giocare a Yakuza Kiwami risulterà facile dedicare del tempo ad alcune missioni secondarie, magari intervallandole ai dodici capitoli della storia principale.
Il nuovo esponente della saga si differenza in maniera significativa dal capostipite della stessa per ciò che riguarda il lato tecnico. Sebbene il remake presenti, come nell’originale, dei caricamenti dopo il salvataggio manuale e nel passaggio da uno scenario ad un altro, essi risultano abbastanza ottimizzati e non troppo invasivi. Inoltre se si paragonano esteticamente i due titoli, siamo di fronte ad una differenza nettissima. In particolare i modelli poligonali, già di per se ottimi, sono accompagnati da una attenzione per i dettagli eccellente. Il quadro tecnico è chiuso dalla possibilità, per la versione pc di regolare abbastanza liberamente le impostazioni grafiche, riuscendo ad arrivare a risultati ottimi anche con hardware di fascia media.
Trama
Nel gioco ci troveremo nei panni di Kazuma Kiryu, giovane promessa della Yakuza, che si addosserà la colpa di un omicidio che non ha commesso, per salvare il suo migliore amico. Il drago di Dojima, soprannome del protagonista, sarà quindi condannato a 10 anni di carcere. Una volta uscito di prigione Kiryu si troverà davanti ad una realtà molto diversa.
Il suo migliore amico è diventato una persona spietata e assetata dal potere, mentre la sua amica Yumi, di cui è innamorato, è scomparsa nel nulla. Da questo incipit inizia la storia del videogioco, dove si dipana una narrazione fatta di intrighi, cospirazioni e verità taciute, che stravolgerà la vita dei personaggi. Il tutto è raccontato attraverso una narrazione che risulta ancora una volta dalla struttura semplice, non originale ma valida e ben scritta.
Vagabondando in città
Le missioni di Yakuza Kiwami ci porteranno all’interno di Kamurocho, quartiere a luci rossi ispirato ad uno esistente nella città di Tokio, Kabukicho. In queste occasioni spesso saremo chiamati a spostarci da un punto A ad uno B, svolgendo delle attività, che spesso prevedranno un combattimento. Proprio questa eccessiva presenza potrebbe far storcere il naso ai più.
Il quartiere giapponese risulta vivo e dinamico, offrendo un ritmo di gioco privo di momenti morti e che punta ad un certo livello di realismo. Infatti, potremo, tra le tante cose, addirittura mangiare in un ristorante o in un fast food, dedicarci a dei minigame come quello del boowling o del karaoke, entrare in un hostess club o addirittura In un Club SEGA. In questi edifici non sarà possibile giocare in versione arcade i classici della azienda giapponese, ma potremo intrattenerci con Insect Queen. Si tratta di un picchiaduro, con lottatrici che sono delle donne-insetto, basato sul gioco della morra cinese e su alcune carte, che sono collezionabili negli scenari della mappa.
Inoltre sarà possibile incontrare lungo le strade del quartiere degli affiliati a gang di strada, yakuza ed altri, che vorranno sfidarci. Seppure sarà possibile evitarli, seminandoli senza farsi raggiungere, si potrà anche affrontarli, guadagnando in caso di vittoria soldi e punti esperienza. I primi saranno necessari per entrare nei luoghi sopracitati o acquistare vari oggetti di differente utilità, come ad esempio i consumabili, legati alla salute o alla barra della furia del personaggio. I secondi, invece, ci consentono di ottenere punti abilità da spendere sui rami di crescita del personaggio: Dragon, Body, Soul e Tech.
L’esperienza di gioco e le tante attività sono accompagnate da un comparto audio ottimo, caratterizzato da un doppiaggio giapponese e da musiche perfettamente azzeccati. I dialoghi sono tradotti solo in inglese, scelta comprensibile ma non condivisibile, con il rischio di scoraggiare i meno anglofoni.
L’arte del drago
Oltre al comparto narrativo, in Yakuza Kiwami risulta centrale e ottimo anche il sistema di combattimento. Esso presenta delle super, sbloccabbili con la barra della furia, e gli stili di combattimento presenti di Yakuza 0. Tuttavia vi è l’aggiunta di uno nuovo, quello del dragone. Quest’ultimo è correlato ad un omonimo ramo, che ci porterà a sbloccare le abilità, completando queste secondarie o combattendo contro Majima Goro in scontri dalla difficoltà crescente. Gli altri tre stili, invece sono Beast, Brawler e Rush.
Il primo, lo stile Beast, si basa principalmente sulla fisicità e sulla forza del personaggio, caratterizzandosi per attacchi potenti, per la possibilità di usare oggetti come armi, ma anche per dei movimenti estremamente lenti. Lo stile Brawler si pone come più equilibrato, permettendo di sferrare colpi potenti senza dover rinunciare ad una certa reattività nella schivata. Lo stile Rush si focalizza sulla velocità dei movimenti, consentendo di schivare più facilmente qualunque attacco con il giusto tempismo, offrendo però una potenza dei colpi più ridotta.
Tirando le somme, bisogna assolutamente elogiare il lavoro svolto per contestualizzare ed introdurre i vari stili nel sistema di combattimento, che originariamente non li prevedeva. Addirittura gli sviluppatori hanno bilanciato adeguatamente il livello di difficoltà, riuscendo a rendere quasi realistici i vari colpi inferti, con una gestione delle collisioni incredibile.
In conclusione
Yakuza Kiwami rappresenta un ottimo esempio di come debba essere realizzato un remake. Sega è riuscita a confezionare un prodotto che valorizza ed espande l’opera originale, modificando e migliorando elementi che già in passato erano di successo, principalmente storia e stile di combattimento. In particolare la software house giapponese ha saputo fare tesoro dell’esperienza acquisita nel tempo, soprattutto con Yakuza 0. Questa qualità ha influito positivamente sia per ciò che riguarda il comparto grafico che per la giocabilità in senso stretto.
Un videogioco, ora anche su PC, capace di catturare il giocatore, offrendo un’ esperienza di tutto rispetto. In sintesi un videogioco che, nonostante poggi le sue basi su un prodotto di due generazioni fa, non ha nulla da invidiare a produzioni contemporanee. Un titolo che saprà intrattenere ed appassionare sia gli amanti che i neofiti della serie.