Il caso di Deiland è subito da chiarire. Per usare le parole degli sviluppatori, lo possiamo definire un “Rpg Adventure con elementi sandbox, crafting, farming, building, combat ed altro”. Nasce su Android, e sbarca poi in forma decisamente espansa ed affinata su PC e PS4, ma chiariamo subito una seconda cosa: non abbastanza. Specialmente sul piano dell’affinatezza. Iniziamo a capire il perché.
Deiland in sé ha indubbiamente del potenziale, e potremmo essere qua a parlarne in toni decisamente più entusiasti, anzi ci piacerebbe, ma non è questo il caso. È evidente che gli ideatori di Deiland, alias i ragazzi del piccolo studio spagnolo Chibig Studios, non hanno ben colto quanto sia un errore, o comunque non sicuramente un traguardo, rilasciare un gioco di questo livello nel 2018: anno in cui diciamocelo, ormai anche studios minuscoli ed alle prime armi hanno dimostrato di poter stupire il panorama mondiale.
Il Bene
Proviamo ad iniziare ad inquadrare Deiland, oltretutto nome del pianeta in cui si ambienta il titolo: impersoniamo un ragazzo di nome Arco, ed abitiamo su un piccolo, molto piccolo pianeta. Man mano che andremo avanti nel gioco, riconosceremo due binari che viaggiano paralleli: la gestione del pianeta, e la progressione nella storia. Gestire Deiland pare inizialmente piacevole, pur non offrendo niente di nuovo: troviamo figure classiche come il piantare alberi e farli crescere per raccoglierne i frutti, alberi che però potremmo dover tagliare per necessità di legname e che potremo poi ripiantare con gli appositi semi; minare le rocce per ottenere sassi, minerali e pietre preziose; pescare, coltivare, irrigare i campi tramite la costruzione di pozzi, floricoltura, ecc. Ma la gestione del pianeta non si ferma qua: premendo il tasto Triangolo, potremo ruotare sia il pianeta che le nuvole che gli ruotano intorno, decidendo quindi dove far cadere la pioggia, dove far precipitare i meteoriti, o semplicemente per dare un’occhiata alla mappa ed evitare di percorrere una strada più lunga del dovuto…anche se il pianeta Deiland è effettivamente minuscolo. A tutto ciò si aggiunge poi il Crafting, diviso in Officina, Cucina, Crafting di strumenti/equipaggiamenti vari, e Laboratorio alchemico.
Per fare tutto ciò, Arco ha a disposizione una barra dell’Energia, separata da quella della Salute, che quando sarà a zero ci costringerà a riposarci. Riposarsi, oltre al recupero dell’energia, servirà anche a salire di livello una volta ottenuta l’esperienza necessaria, e ad aumentare minimamente le chance di ricevere una nuova visita dai nostri amici Npc. Questi ultimi movimenteranno la vita di Arco sul pianeta Deiland, assegnandogli quest e offrendogli opportunità di commercio (ognuno offre una gamma più o meno differente di oggetti). Tra gli Npc ce ne sarà uno con netta rilevanza, Mûn, che sarà il nostro unico contatto tra Deiland e lo spazio esterno, oltre ad essere la figura che ci introdurrà alla vera storia di Arco, su cui a proposito dobbiamo aggiungere due ultime cose: oltre alla fatica, patirà anche la fame, e dovrà combattere in caso di necessità. La fame ovviamente verrà superata coltivando i nostri tre piccoli orti, o comprando cibo dagli Npc, mentre i mostri invaderanno saltuariamente il pianeta Deiland senza una vera e propria frequenza stabile, e spetterà solamente a noi scacciarli. Fino a qua, suona tutto bene, no? Lo sappiamo: dovevamo pur dipingere un quadro generale di Deiland, per poter poi entrare nei dettagli, e farvi capire quanto in realtà ci sia poco di salvabile in ciò che vi abbiamo appena illustrato. Iniziamo quindi a spiegarvi a dovere perché Deiland abbia fatto tutto fuorché, con nostro grande dispiacere, convincerci.
…e il Male.
Iniziamo con il combat: non è un combat. Arco potrà fare solamente un attacco, che premendo tre volte il tasto azione diventerà una combo composta da due attacchi uguali ed un terzo attacco potenziato. Il tutto succederà con una rigidità immane, ma non è assolutamente la cosa peggiore. L’attacco di Arco provoca un knockback su molti mostri, o comunque un brevissimo stun: questo fattore eliminerà la già bassissima difficoltà dei combattimenti, perché ci consentirà di tenerci alla larga dalla quasi totalità dei mostri dandoci l’opportunità di attaccarli, evitando però che loro attacchino noi. Insomma, uscirete a piena vita dal 90% dei combattimenti, ed anche se non lo farete, avrete sicuramente pozioni, cibo, o addirittura un falò vicino. Sì, anche stare vicini al fuoco vi curerà. Per finire in bellezza, anche livellare in Forza è completamente inutile, non avendo appunto avuto nessuna minima difficoltà nemmeno nella run in cui non vi ho investito un solo punto. Dell’intero leveling system, l’unica cosa davvero utile è aumentare la resistenza di Arco tramite l‘Intelligenza (Perchè aumenta la resistenza?), utile per poter compiere più azioni prima di stancarsi. Oltretutto, l’Intelligenza migliorerà ulteriormente i benefici del commerciare e la vostra potenza magica.
Parliamo ora del lato “gestionale e sandbox”. È obbligatorio iniziare dicendo che anche la fame non offre nessuna minima difficoltà, essendo praticamente impossibile non avere cibo, o le monete per comprarlo. Ed a proposito di comprare, molto presto nel gioco avremo a che fare con un pirata, Goliath, un Npc che ci comprerà le pietre e tutti i minerali offrendo il doppio rispetto agli altri colleghi non giocabili: con questo, buona parte del gioco perderà completamente senso. Commerciando pietre e minerali, il già facilissimo ottenere cibo diventa una bazzecola, togliendo completamente senso ed utilità a tre lati del gioco: la cucina (se non per qualche quest), il coltivare, e l’allevare. Parlando del mining, disponiamo anche di una miniera, che rispetto al resto offerto da Deiland smuove l’atmosfera e ci pone una rinnovata curiosità e speranza per l’evolvere del titolo (non posso dirvi perché causa spoiler): ed invece, buco nell’acqua pure la miniera, che alla fine della fiera non fa altro che rendere ancor più facile la raccolta minerali. Anche la floricoltura avrà sostanzialmente un ruolo estetico, più che entrare a far parte di un meccanismo studiato in cui ogni ingranaggio è essenziale. Chiudiamo la parentesi “sandbox” citando la pesca, ridotta ad un mero minigioco della durata di letteralmente 3 secondi, sempre più facile man mano che progrediamo con la storia, e con due sole tipologie di pesce.
Insomma: combat inesistente; fame che non arriva mai; coltivare, allevare, pescare, costruire i recinti, cucinare, quasi tutto il livellare e l’intero sistema di pozioni, sono tutte componenti più o meno inutili per buona parte del gioco, se non fosse per alcune quest messe proprio per dare un minimo di utilizzo a questi lati non influenti, e qualche altro sporadicissimo caso. Inoltre aggiungiamo una piccola beffa: i meteoriti cadono sempre nello stesso punto, quindi evitarli è difficile quanto accendere la PS4. Un’altra componente di cui non abbiamo parlato è legata all’esplorazione, ma essendo un lato piuttosto importante è bene trovare una via di mezzo tra l’informazione ed appunto lo spoiler: Deiland non sarà l’unica area di gioco visitabile. Vi diremo solo questo…e aggiungiamo che anche questo lato sarà comunque curato malissimo. Indovinate un po’? “Se non fosse per qualche Npc che vi affiderà delle quest, sarebbe completamente inutile”. Il concetto è sempre quello.
Deiland si può infatti sostanzialmente ridurre così: un gioco in cui si accettano e si completano quest senza sosta, il 99% delle volte sulla consegna di oggetti, raccolta materiali, eccetera. Tutto il resto è un contorno evitabile per via di una mancanza totale di cura su ogni altro lato: basta davvero martellare le pietre, e tutto si risolve. Ovviamente, come abbiamo già indicato piuttosto palesemente, la questione del sistema “soldi facili” tramite la vendita di pietre, è solo la punta dell’iceberg. La cosa che salva il gioco invece, parlando degli aspetti positivi, è l’atmosfera incredibilmente tranquilla e pacifica, condita da un 3D semplice, talvolta piatto, ma piacevole e colorato. Il lato sonoro è la cosa più riuscita del gioco: conta su una colonna sonora originale, composta da Paco Mitos e Rafa Giméne, che vi potrà indubbiamente sorprendere. Comunque sia, è indubbiamente su un altro livello se paragonata agli altri aspetti del gioco.
L’amaro resoconto.
Chiuderò spiegando che questa durezza da parte mia è per una questione molto semplice: se si ha l’occasione di portare un gioco pubblicato inizialmente per Android, su PC e PS4 ed oltretutto essendo supportati da fondi statali, Kickstarter, spinti da PlayStation Talents e da Square Enix Collective…questo non è nemmeno lontanamente il modo giusto per farlo. In Deiland, l’80% delle feature è un contorno che possiamo skippare senza ripercussioni, feature il cui pessimo inserimento all’interno del titolo prova ad essere giustificato dalle solite decine di richieste random da NPC secondari (scenario che puzzava già di vecchio qualche lustro fa, nei casi in cui fosse accompagnato dal nulla come contorno). Oltretutto, gli Npc potranno addirittura arrivare a chiederci oggetti che loro stessi ci venderanno, rendendo la quest una non-quest, ma un acquisto. Per quanto ci dispiaccia dirlo, tutte queste ragioni e le altre che le accompagnano, sono più che abbastanza per non assegnare a Deiland una sufficienza.
In tutto questo, Deiland mantiene comunque quello che è un grande potenziale per il genere, perché tolti i momenti in cui questi difetti prendono definitivamente il sopravvento, ci rimane comunque come base un mondo rilassante, piacevole, semplice. Potrebbe essere un gioco che preso con le pinze, e giocato a piccoli morsi, sarebbe capace di regalare un appuntamento non deludente nei momenti di pausa o alla fine della giornata, e a cui magari diventare persino un po’ “addicted” sul piano della routine giornaliera. Ma una recensione non si scrive basandosi sul “se fosse”, specialmente non in un caso in cui un incoraggiamento acquisirebbe una funzione di illusione e non di critica costruttiva.
Comunque sia, Deiland non è un’insufficienza troppo grave, mettiamola così, e valutandone i lati positivi possiamo ritenerci sorprendentemente ottimisti riguardo eventuali lavori futuri di Chibig Studio. Speriamo vivamente di non sbagliarci.