Signore e signori, Avventurieri da ogni dove, sono felice di presentarvi la prima rubrica dedicata ai Giochi di Ruolo, di Natural Born Gamers. Vi annuncio che, quello di oggi, sarà il primo appuntamento della rubrica GDR Files. La rubrica è rivolta a tutti gli appassionati dei GDR – e non – e, nella stessa, tratteremo tematiche care a tutti, senza spostarci, però, dal nostro focus principale. Ciò che andrete a leggere, fungerà da premessa a ciò che mi appresterò a pubblicare nei prossimi numeri. Ma non voglio rubarvi altro tempo, anzi; spero solo che queste “storie”, possano spingervi a fare delle domande, creare delle discussioni e, perchè no, a suggerire le prossime trame che potremmo andare a sviscerare, insieme. Ora, senza ulteriori indugi, vi invito a mettervi comodi, il viaggio sta per iniziare…
Una storia d’immaginazione e passione, fino ai pixels sui nostri schermi
Quanti di noi, da bambini, giocavamo con l’immaginazione ritrovandoci una volta a pilotare il Millennium Falcon, e la volta dopo a cavalcare un cavallo bardati nella nostra brillante armatura intenti nel combattere un mastodontico drago? E quante altre, abbiamo coinvolto gli amici ad unirci nei nostri viaggi fantastici, dove proprio noi eravamo gli inventori di queste magnifiche avventure? Tutti, o quasi. Quando parliamo di Gioco di Ruolo, non possiamo non soffermarci, anche solo per un attimo, a quando eravamo bambini. E’ proprio negli anni della mia infanzia, che iniziai inevitabilmente ad appassionarmi a questo mondo, fatto di draghi, cavalieri e molto altro. Erano gli anni, durante i quali, la cultura nerd non era “mainstream” come la conosciamo, e il fatto che internet fosse una risorsa destinata a pochissimi “eletti”, complicava un pò le cose. Ma ciò non ha fermato la nostra curiosità, facendoci così conoscere l’incredibile mondo del GDR.
“Ma tutto ciò, cosa c’entra con il GDR?”
Si tratta della nostra storia, quella di noi inesauribili amanti dei role-playing games. Vivetela un pò come “C’era una volta…”
Sebbene il Gioco di Ruolo fosse un’attività ludica praticata da centinaia di anni or sono, – sopratutto nella tematica wargaming – il vero e proprio Big Bang ruolistico si deve a due mostri sacri che, nel secolo scorso, diedero vita con passione e dedizione, al GDR cartaceo più giocato e amato al mondo. Stiamo parlando di Dungeons & Dragons. D&D è una creatura di Gary Gygax e Dave Arneson che, per necessità di dar vita alle loro idee e profondo amore del GDR, rilasciarono nel 1974. Portando indietro l’orologio, a questa data possiamo collocare la nascita del GDR per come lo conosciamo oggi, e non solo. L’incredibile storia di Dungeons & Dragons è arrivata fino ai nostri giorni, guadagnandosi milioni di appassionati in tutto il mondo, andando via via ad evolversi in numerose edizioni e ispirando non solo altri GDR cartacei, ma videogiochi, libri e, talvolta, films. Le stesse basi del gioco – razze, statistiche, punti esperienza ecc ecc – sono state utilizzate per scrivere i primi GDR videoludici sbarcati su computer e sono ancora fonte di ispirazione inesauribile per i moderni role-playing game su tutte le piattaforme.
Per chi non lo sapesse, giocare a D&D è relativamente semplice. Prima di tutto, è necessario avere un gruppo di amici che condivida – chi più chi meno – la passione per quest’esperienza di gioco e i manuali adatti – Manuale del Giocatore, Master e Mostri. Fatto ciò, è consigliabile sedersi tutti intorno ad un tavolo, compilare le schede del giocatore – storia, fattezze ed abilità del nostro personaggio – munirvi di dadi, e il gioco è fatto. Il gioco è pensato per essere “dominato” da uno dei giocatori, in qualità di entità onnipresente ed onnisciente, incaricata di raccontare la storia e descrivere ciò che i giocatori avrebbero visto e sentito, assicurandosi che tutti seguissero le regole. Il giocatore che rappresenta questo ruolo, è chiamato Dungeon Master. E’ possibile giocare con ambientazioni e campagne già fatte – da Planescape, Eberon ai Forgotten Realms – o lasciare libero sfogo al Dungeon Master, creandone di nuove e, magari, più adatte allo stile di gioco che si vuole intraprendere. In ogni caso, ciò che veramente alimenterà la vostra avventura, sarete voi e la vostra immaginazione.
Nel GDR videoludico, potremmo pensare al Dungeon Master come lo sviluppatore che ha creato le textures dell’ambientazione, o lo scrittore degli NPC e dei loro dialoghi, piuttosto che a quello intento a creare l’algoritmo degli incontri casuali.
Ma il contributo di D&D non sarebbe stato sufficiente a rendere il GDR così enormemente importante anche in ambito videoludico, se all’inizio degli anni 80 non fossero nati giochi di carte come Magic: The Gathering o i famosi LibriGame. Ricorderete senza dubbio Lupo Solitario, saga creata da Joe Dever. Si tratta di una collana di 29 libri, il primo pubblicato nel 1984. Proprio negli anni ’80, quest’alchimia di giochi e racconti interattivi, ha ispirato capolavori videoludici, come la serie Ultima, il famoso Dungeon Master, il post-apocalittico Wasteland, Wizardry e tantissimi altri ancora.
Sebbene questi titoli non potessero vantare un comparto tecnico – per ovvie ragioni – all’avanguardia come al giorno d’oggi, questi hanno guadagnato l’immortalità per le innumerevoli innovazioni che tutt’ora vivono nei GDR moderni. Nel 1985, in Ultima IV, la fase di creazione del personaggio si presentava sotto un aspetto mai visto prima. Invece di inserire manualmente punti abilità e di caratteristica, il gioco si riferiva al giocatore con una serie di domande. Potevamo scegliere tra risposte di Compassione, Valore, Onore, Spiritualità (ecc ecc.), ottenendo così un personaggio che rispecchiasse in tutto e per tutte le caratteristiche delle nostre scelte morali. Quattro anni prima, nell’81, il mitico Wizardry aveva gettato le basi per il combattimento a turni in prima persona, con tonnellate di possibilità d’attacco. Altri titoli introdussero per la prima volta cutscenes e spunti di gioco più elaborati, ma la vera e propria innovazione, si deve a Dungeon Master. Il titolo, infatti, presentava elementi grafici in 3D con visuale in prima persona, possibilità di esplorare enormi dungeons ricchi di mostri e creature, lootando e combattendo con il nostro manipolo di quattro avventurieri.
Il fascino di Dungeon Master ha poi ispirato titoli come Eye of the Beholder e i primi The Elder Scrolls, fino ai moderni dungeon crawlers come il blasonato Legend of Grimrock.
E qui veniamo alla mia infanzia, gli anni di Diablo e Baldur’s Gate, titoli che hanno segnato la mia prima esperienza GDR. Sebbene il genere abbia goduto per un decennio di fama ed espansione, nei primi anni ’90 venne a mancare quel quid in più, che aveva caratterizzato le produzione del decennio precedente. Fortunatamente, la fiamma fu riaccesa e divampò, grazie al rilascio di Diablo e Baldur’s Gate – titoli che ben presto diventeranno icone indiscusse del genere di ruolo, insieme al successivo Planescape: Torment capolavoro indiscusso di tutti i tempi.
La Blizzard e il suo Diablo, crearono in poco tempo un’enorme fan base, grazie all’ambientazione dark-fantasy e alla possibilità di giocare in multiplayer, sia su rete locale che internet.
Da parte sua, la Black Isle e l’immortale Baldur’s Gate, riuscirono nell’impresa di portare per la prima volta nel sistema più fedele e visivamente più accattivante, Dungeons & Dragons su PC. Il titolo, ambientato nei Forgotten Realms, è caratterizzato da un ritmo incalzante di esplorazione, storia e dialoghi, combattimenti, alleanze e tradimenti, per non parlare della travolgente trama che accompagnerà il giocatore nel suo seguito Baldur’s Gate II: Shadows of Amn. Il recente Pillars of Eternity è stato considerato suo successore spirituale, nato in seno di Obsidian Entertainment. Altri titoli della serie Baldur’s Gate si affacciarono sul panorama console, ma senza riscuotere il successo sperato.
Ma su console, nel 1997, arriverà Final Fantasy VII, titolo che avrà enorme impatto sulla prima Playstation. E’ grazie alla produzione Square-Soft, se molti giocatori console si sono affacciati per la prima volta al GDR, nello specifico JRPG. Effettivamente, i limiti tecnici d’archiviazione delle console, non permettevano lo sviluppo di vaste ambientazioni già possibili su PC. Fortunatamente, lo sviluppo delle nuove tecnologie e la risonanza mediatica delle stesse, a fine anni ’90, portarono ad un’esplosione di titoli del genere sopratutto dall’Oriente.
Se i primi anni 2000 hanno visto titoli come Neverwinter Nights arrivare solo su PC, e il dominio dei JRPG su console, è bastato l’arrivo di saghe come Mass Effect, Fallout e Dragon Age: Origins, per riportare in auge un genere per un pò accantonato, come quello del GDR, sopratutto quello di stampo occidentale. Ad oggi si contano numerosi esponenti del genere, come Pillars of Eternity, Divinity: Original Sin 2 e The Witcher 3 – per dirne alcuni. Una cosa è certa: i titoli GDR sono cambiati, e con essi anche noi e le nostre preferenze – anche se sarebbe bello preservare il nostro “io” un pò bambino.
Ormai, siamo giunti alla fine del nostro viaggio, il nostro primo viaggio nel mondo del GDR. Ebbene, questa storia è finita, ma la vostra continua: che sia intorno al tavolo con gli amici, che sia con mouse e tastiera o con un controller in mano, raccontatemi come avete scoperto il vostro amore per i Giochi di Ruolo.
Prima di lasciarvi, permettetemi un consiglio: mettete da parte per una volta il controller, spegnete la console, e riunitevi con gli amici, e provate l’incredibile esperienza del GDR cartaceo, padre di ogni vostra esperienza videoludica, armati del vostro D20 e della sola vostra immaginazione.