Che Death Stranding non sia un gioco facile da capire è chiaro. Che nemmeno il suo creatore, Hideo Kojima lo abbia compreso a fondo, un po’ meno. Ma forse a tutto questo c’è una spiegazione.
Il game director nipponico, in una intervista rilasciata nientemeno che al Financial Times e riportata da Vg 24/7, non ha avuto problemi ad ammetterlo:
“Tuttora, nemmeno io sono sicuro di cosa parli”
Il maestro nella sua chiacchierata con il giornale di economia più famoso al mondo ha spiegato che il suo lavoro non è stato facile (rispettare le scadenze lo ha costretto al crunch) soprattutto perchè “La sua visione del mondo, il gameplay, la trama… E’ tutto completamente nuovo“ e poi prosegue:
“Il mio tentativo è quello di creare da zero un genere che non esisteva prima d’ora, cogliendo di sorpresa i giocatori. Si tratta di una operazione chiaramente rischiosa.”
Hideo Kojima non ha capito il suo gioco, verrebbe quasi da ridere a pensarci e sono tante le chiavi di lettura che si possono dare a questa dichiarazione. La prima, più ovvia è che si tratti di una esternazione volontariamente esagerata con l’unico scopo di creare, se possibile, ancora più hype dietro alla sua creazione. La seconda, più suggestiva, è che la sua mente sia andata ben oltre le intenzioni iniziali finendo col partorire idee su idee che sfoceranno davvero nel videogioco definitivo.
Esiste poi una terza possibile interpretazione, una via di mezzo tra le due precedenti, una semi citazione a Stanley Kubrick; dopo l’uscita di 2001 Odissea nello spazio, il regista affermò che “se ci avete capito qualcosa significa che ho fallito nel mio intento”
Hideo Kojima non ha capito… Potrebbe essere la virtuale pacca sulla spalla quando, alla fine della trama di Death Stranding, affermeremo in coro “Sì tutto molto bello, ma che significa?”