Era il 2010 (e il 2011) quando uscì nei negozi giapponesi, prima per Nintendo DS e successivamente per PS3, Ni No Kuni; un titolo jRPG con forti richiami a pietre miliari del genere (come i Final Fantasy), ma anche con diversi punti di distacco, a partire dal gameplay. Il gioco arrivò solo nel 2013 in occidente e come esclusiva PlayStation grazie a Bandai Namco. I ragazzi di Level-5 sono riusciti a creare una favola interattiva, anche grazie all’aiuto che ricevettero da parte del famosissimo Studio Ghibli, soprattutto per quanto riguarda le animazioni ed alcune scene d’intermezzo. Per chi non conoscesse questa casa produttrice cinematografica mi limito a dirvi che è considerata una delle migliori compagnie nell’ambito dei film d’animazione, capitanata da Hayao Miyazaki (non è parente di Hidetaka, il creatore dei Souls). A poche settimane dall’arrivo del secondo capitolo, ci è sembrato giusto proporvi i nostri pareri su Ni No Kuni: la Minaccia della Strega Cinerea.
L’Altro Mondo ha bisogno di un eroe
Come quasi tutte le favole, anche in Ni No Kuni: la Minaccia della Strega Cinerea il protagonista è un bambino. Noi, infatti, impersoneremo Oliver, il quale, a causa di un incidente architettato proprio dalla Strega Cinerea, perderà la madre. Nei giorni successivi ci rinchiuderemo in camera a piangere e, quando tutto sembrava ormai finito, una lacrima cade sull’ultimo regalo che ci fece la nostra dolce mamma, un pupazzo di pezza; questo fatto fa risvegliare la fata (o meglio, il fato) che era rinchiuso all’interno: Lucciconio, il Grande Capo delle Fate. Questo simpatico essere, per sdebitarsi con noi avendo spezzato la maledizione che lo teneva prigioniero, ci informa che esiste un Altro Mondo dove deve esserci l’Anima Affine a nostra madre e che, se riusciremo ad aiutarla, potremo riportarla in vita. Con questa premessa inizieremo a cercare d’apprima il libro magico che contiene tutte le informazioni utili sull’Altro Mondo (come le magie, gli oggetti, i Famigli ed anche qualche chicca come delle storie) e poi la bacchetta per poter utilizzare la magia “Transmundi” per andare dall’altra parte. Ovviamente il nostro Abbecedabra non risulta completo e per poter avanzare nell’avventura ci serviranno moltissime magie. Da qui partirà un viaggio che ci porterà a scoprire tutte le regioni dell’Altro Mondo, nonché a conoscere nuove persone e nuovi amici, come il re Felix (un gatto gigante, capo della città di Gatmandù), oppure Kobrai, il capo dei Pirati Spaziali, colui che ci “regalerà”, tra le altre cose, un drago che potremo cavalcare per volare sopra l’intera mappa. Nel corso della nostra storia per diventare un Grande Saggio, l’unico modo per poter apprendere un grande quantitativo di magie utili ad aiutare nostra madre e la sua Anima Affine, conosceremo anche Ester ed Arsuino, due amici che si uniranno a noi per aiutarci, sia in battaglia sia nell’esplorazione delle regioni. Con noi potremo anche portare 3 Famigli ciascuno, utili in combattimento e fedeli compagni da poter addestrare ed evolvere come se fossero dei Pokemon. Poco dopo l’inizio della nostra avventura scopriremo che il potente e cattivo Mago Nero, anche noto con il nome di Shadar, sta rubando dei pezzi di cuore dagli abitanti di ogni città, i quali verranno definiti “Cuorinfranti” e che solo noi, “Colui che salverà l’Altro Mondo”, potremo aiutarli. Dovremo semplicemente cercare un altro abitante che avrà un eccesso di una data virtù, a volte dovendo tornare nella nostra città, Motorville, (ad esempio entusiasmo, amore, gentilezza, disciplina ecc.) e chiedergli se, gentilmente, ne possiamo avere un po’; a risposta affermativa ci basterà lanciare l’incantesimo “Prendicuore” per immagazzinare la sua virtù nella nostra ampolla e poi lanciare “Donacuore” per regalarla a chi ne ha più bisogno. In questo modo, affianco alla campagna principale, saranno sempre presenti numerose missioni secondarie o terziarie che possono comprendere, oltre la già citata ricerca di queste virtù, le cacce ai mostri più pericolosi, la cattura di specifici companion, l’esplorazione delle regioni per trovare i tesori nascosti e molto altro ancora; tutte queste attività, quando saranno concluse doneranno ad Oliver un certo numero di timbri i quali, arrivati a dieci, daranno un punto spendibile in una delle abilità passive del protagonista come correre più velocemente, ottenere più materiali quando si raccoglie da terra e così via. Tornando alla quest primaria, il nostro eroe e i suoi amici si troveranno ad affrontare numerosi dungeon pieni di mostri, boss giganteschi, segreti e, a volte, personaggi che, a causa del loro essere Cuorinfranti, sono stati posseduti dagli Incubi, entità maligne potentissime che si cibano delle debolezze altrui. Superati tutti questi ostacoli (e molti altri) vi ritroverete faccia a faccia con Shadar, che vi mostrerà una durissima verità. Sconfitto il cattivo non poteva mancare la festa, la quale si trasformerà presto in un incubo a causa dell’intervento della Strega Cinerea che farà piovere la Cenere Sacra, un potente sortilegio che rende aggressivi tutti coloro che ne entrano in contatto. Da qui partirà una nuova avventura, più breve della prima ma altrettanto coinvolgente. Questa però è un’altra storia che solamente giocando il titolo potrete scoprire. Insomma Ni No Kuni: la Minaccia della Strega Cinerea vi terrà incollati allo schermo per almeno 40 ore (la durata della sola quest principale), che possono tranquillamente triplicare nel caso voleste platinare il titolo.
Allevare e combattere che passione
Come detto Ni No Kuni riprende alcune meccaniche molto care a molti jRPG come la presenza di più protagonisti, tutti utilizzabili in battaglia e con le proprie abilità, l’esplorazione della mappa del mondo, con però i nemici visibili in modo tale da poter anche evitare lo scontro ed una durata media della campagna che si attesta sulle 40 ore. C’è una cosa però che Ni No Kuni: la Minaccia della Strega Cinerea ha completamente cambiato rispetto a tutti gli altri titoli del suo genere, ovvero il combat system. Dimenticatevi i combattimenti a turni, ma anche quelli puramente action, perché qui ci troviamo di fronte un qualcosa di diverso. Una parte strategica ed una d’azione, in un ibrido di attacchi melee ed abilità che vi porterà ad amare alla follia od odiare profondamente l’intero gioco. Ma andiamo con ordine. Alla vista di un nemico entreremo in battaglia solo nel caso in cui lo toccheremo; fatto ciò verremo portati in un’arena dove potremo scegliere se utilizzare Oliver, od uno dei suoi Famigli, oppure un altro personaggio con i rispettivi mostriciattoli. A scelta effettuata (potremo comunque cambiare sia l’eroe sia il Famiglio in qualsiasi momento) dovremo decidere se attaccare, difenderci (o schivare) od utilizzare un’abilità. Tutte queste attività avverranno a gioco fermo, in modo tale da lasciare tutto il tempo al giocatore per valutare le numerose possibilità. Ogni personaggio, così come ogni animaletto, avrà le proprie statistiche, i propri punti forti e quelli deboli, ma i Famigli avranno la vita ed il mana in comune con il protagonista ad esso associato. Quindi ogni colpo subito sarà incassato dall’eroe, anche se è stato colpito il companion e non direttamente lui. Questo fa aumentare ulteriormente l’attenzione del giocatore che dovrà stare attento ad ogni personaggio e fermare il tempo al momento giusto per utilizzare la magia o il consumabile o per cambiare completamente le carte in tavola switchando il personaggio. Ogni Famiglio avrà la possibilità di imparare più mosse ma ne potrà equipaggiare massimo tre o quattro, considerando sempre che il mana utilizzato per lanciarle sarà quello del personaggio affine che ha altri due companion, oltre quello in campo. Starà quindi al giocatore decidere se far utilizzare agli altri due protagonisti tutte le abilità, se non fare niente o quant’altro, personalizzando la scheda Tecniche di ognuno all’inizio di ogni scontro. Ogni input che verrà dato al personaggio o al Famiglio durerà per qualche secondo, ad esempio, se impartiremo il comando di attacco, per un certo numero di secondi il nostro amichetto andrà incontro all’avversario selezionato e lo colpirà, finito il tempo dovremo dare un nuovo comando. In questo modo ogni battaglia sarà diversa da quella precedente, rendendo ogni scontro interessante ed avvincente, soprattutto quelli contro i boss e contro i mostri delle cacce.
Il sistema di crescita si basa sull’esperienza che ci verrà fornita solo al termine dei combattimenti; ogni personaggio e relativi amici (anche quelli che non hanno preso parte allo scontro ma che sono nella squadra) guadagneranno i punti. Ad ogni livello le statistiche si alzeranno automaticamente e questo abbassa un po’ la possibilità di personalizzazione in quanto farà orientare quasi tutti i videogiocatori ad utilizzare i Famigli più forti e non magari quelli che, per un motivo o per l’altro, gli piacciono di più. Tutti i Famigli hanno la possibilità di evolversi due volte, la prima sarà un’evoluzione “obbligata”, ovvero che ogni companion si evolverà in quel dato modo, mentre la terza avrà due diversi sbocchi e starà al giocatore se mutarlo in una forma o nell’altra, senza la possibilità di tornare indietro, dovendo quindi catturare un altro Famiglio identico per scoprire le differenze con l’altra evoluzione. Per catturare questi mostriciattoli bisognerà far cantare una serenata ad Ester, ma solo coloro che si invaghiranno di noi potremo catturare. Sta, quindi, un po’ al caso e un po’ alle nostre statistiche avere la fortuna di poter catturare un determinato Famiglio.
Un film dello Studio Ghibli… Interattivo
La bellezza di Ni No Kuni: la Minaccia della Strega Cinerea sta in ogni animazione, tutte realizzate dallo Studio Ghibli. Ogni passo di Oliver, ogni battito d’ali del nostro drago, ogni scena d’intermezzo (sia essa in game o realizzata proprio dallo Studio) è un quadro in movimento. La bravura nel ricreare un mondo fantasy dei ragazzi di Level-5 e quella nel realizzare opere d’arte su schermo della compagnia capitanata da Miyazaki hanno fatto sì che ci trovassimo di fronte ad un titolo che, anche nel 2018, sa incantare con un solo paesaggio, un solo scorcio, una sola cutscene e un solo scontro. Tutto ciò che i nostri occhi vedranno sarà pura poesia, come le onde mentre navigheremo, il movimento degli alberi mentre voleremo ed il fruscio delle foglie mentre cammineremo. E’ semplicemente stupenda anche ogni singola creatura che incontreremo, a partire da Lucciconio (me ne sono fatto fare uno a mano da regalare alla mia migliore amica per intenderci), fino al boss finale. Tutti i luoghi saranno diversi da quello precedente, ma ugualmente impattanti. Una draw distance che, seppur non paragonabile agli standard odierni, riesce a far immergere ogni giocatore, grazie anche alle ombre dinamiche e ai giochi di luce. Impressionante la colonna sonora, composta da Joe Hisaishi, conosciuto per essere il produttore di molte musiche dei film d’animazione dello Studio Ghibli. Non è presente il doppiaggio in italiano ma solo quello inglese e giapponese (consigliato), ma è tutto sottotitolato, a partire dai dialoghi fino all’intero Abbecedabra, dalla prima all’ultima pagina. Vi avviso che tutte le fate saranno sottotitolate in romano, rendendo la lettura sì più difficile per tutti coloro che non sanno questo dialetto ma anche molto più divertente.