La dipendenza dai videogames e l’influenza che quest’ultimi hanno sugli adolescenti sono diventati argomenti di discussioni sempre più accese negli ultimi anni. Con la progressiva e inarrestabile espansione del settore, diversi stati hanno deciso di regolamentare l’uso dei prodotti digitali tramite norme restrittive, sia per quanto riguarda gli acquisti negli store virtuali, sia per il tempo passato davanti agli schermi. Dal 2007 la Cina possiede una normativa che limita di fatto l’utilizzo dei videogiochi, praticamente ignorata dalla popolazione e riproposta con maggiore veemenza negli ultimi giorni.
Tutti i minori di 18 anni non potranno dedicare più di 90 minuti giornalieri al loro passatempo preferito, un limite che si estenderà alle 3 ore durante i weekend. L’orario in cui sarà consentito giocare è dalle 8.00 alle 22.00, onde evitare sessioni notturne che potrebbero compromettere il necessario riposo dei ragazzi. Fino ai 16 anni non sarà possibile effettuare alcun tipo di acquisto nei negozi virtuali, mentre dopo aver raggiunto l’età indicata sarà consentito spendere un massimo di 29 dollari mensili che aumenteranno a 49 fino al raggiungimento della maggiore età. Una serie di norme a dir poco restrittive, che se violate comporteranno delle esose sanzioni pecuniarie a carico dei genitori negligenti. Siamo curiosi di conoscere il vostro parere al riguardo, pronto ad essere accolto nella sezione dedicata ai commenti.