Molti li amano, affascinati dalle spettacolari battaglie “10.000 vs 1” e dal contesto storico in cui sono ambientate. Altri invece li odiano, considerandoli monotoni, privi di mordente e basati su meccaniche ripetitive. Stiamo parlando dei “Mosou”, genere di videogame nato in Giappone circa un ventennio fa, capace (ancora oggi) di riscuotere tanto successo nella terra del sol levante, quanto fortune alterne nel resto del globo. Dal primo Dynasty Warriors fino all’ultimo Samurai Warriors, questa tipologia di giochi ha vissuto nella sua breve storia, diversi alti e bassi, senza mai osare un reale cambiamento al gameplay, ancorato su formule collaudate, ma sempre più stantie.
Nel 2007, Koei Tecmo e Omega Force decisero di creare un “crossover”, che nelle loro intenzioni doveva portare una “ventata di aria fresca” al genere, aggiornandone le meccaniche e proponendo qualcosa di “diverso”. Nacque così Warriors Orochi, una nuova saga, che mischiava in un’enorme calderone, tutti i personaggi dei suoi precursori (e non solo), accentuando l’aspetto fantasy e proponendo delle modifiche al gameplay, basate su una lieve componente strategica. Sono passati quasi cinque anni da Warriors Orochi 3 Ultimate, unico capitolo disponibile sull’attuale generazione di console (fino a pochi giorni fa), titolo molto discusso, foriero di pareri discordanti sia da parte della critica, sia da parte del pubblico. È giunto il turno del quarto episodio ufficiale della serie, Warriors Orochi 4, pronto a rilanciare il genere “Mosou” nell’Olimpo dei videogames. Ci sarà riuscito? Affidiamo l’ardua sentenza alla nostra recensione.
Capricci Divini
La storia riparte esattamente da dove ci aveva lasciati. I nostri eroi sono riusciti a sconfiggere la mostruosa Hydra e, si apprestano a godersi un periodo di meritato riposo. Per loro sfortuna (e nostra buona sorte), la pace ha vita breve e il loro intervento, è ancora una volta, necessario al salvataggio dell’intero universo. Questa serie di videogiochi è stata sempre basata su viaggi nel tempo e varchi dimensionali , entrambi espedienti necessari a giustificare la presenza di guerrieri appartenenti ad epoche storiche e videoludiche differenti. Uno di questi viene aperto da Zeus, re dell’Olimpo, che stufo della strana quiete che regna sul pianeta, decide di utilizzare gli Ouroborus, pericolosi bracciali dotati del potere divino. Grazie ad uno di questi artefatti, apre un portale in cui si riversano un’enorme quantità di personaggi sia buoni che malvagi, con l’unico scopo di vederli combattere tra di loro e, trovare un modo per ammazzare il tempo.
L’idea del torneo di lotta interdimensionale, in stile “Dragon ball”, viene vanificata da Perseo, che altrettanto annoiato dai capricci del padre, decide di rubare i potenti oggetti e fuggire sulla Terra. Altra scelta infelice, visto che li smarrisce nella caduta sul pianeta e che molti di questi finiscono nelle mani sbagliate. Tra queste non potevano ovviamente mancare quelle di Oda Nobunaga, perfido generale del Giappone feudale, che coaudivato da una strega, ha finalmente la possibilità di ritentare il suo eterno proposito, ossia la conquista del mondo. Indovinate a chi toccherà fermarlo, recuperando i bracciali? Esatto proprio a noi!
Lo Story Mode di Warriors Orochi 4 , diviso in cinque capitoli, è spesso intervallato da varie sub-quest che pur aggiungendo poco al percorso narrativo, risultano utili al livellamento dei numerosi personaggi presenti. Un’esperienza nel complesso soddisfacente che non mancherà di divertirvi a lungo, sempre che non apparteniate alla seconda categoria di giocatori, descritta all’inizio di questo articolo.
Datemi due Tasti e dominerò il Mondo.
Il gameplay di WO 4, non differisce eccessivamente da quello visto nei precedenti capitoli della serie, ma nello stesso tempo è evidente lo sforzo profuso dalle software house di introdurre meccaniche nuove. Sia chiaro fin da subito, passerete ore ed ore, a premere continuamente i tasti adibiti all’attacco pesante e leggero, alternando delle semplici combo che vi permetteranno di falcidiare schiere di nemici inermi. Ci saranno sempre le barre da riempire per le mosse speciali e il classico Mosou che vi renderà particolarmente efficaci nella strage. Fin qui nulla di nuovo, ma la novità più rilevante del titolo risiede nei “poteri divini”.
Questi ultimi avranno un’indicatore a parte, che vi consentirà di utilizzare inediti attacchi magici, diversificati per ogni singolo personaggio disponibile. Riempire del tutto il cerchio presente sotto l’icona del guerriero, vi permetterà di utilizzare una devastante abilità “di gruppo”, capace di spazzare via tutti gli avversari presenti sullo schermo. Un aggiunta che oltre a velocizzare il massacro e, preservare l’integrità del controller o tastiera utilizzati, donerà una lieve componente strategica alle battaglie, mettendovi di fronte alla scelta dell’attacco magico più idoneo alla situazione. Una magia ad area sarà utile qualora siate circondati dai nemici, così come un attacco stordente fermerà per pochi secondi, i saltelli dei boss più agili. Un’aggiunta sicuramente gradita capace di alleviare leggermente la monotonia delle azioni effettuate.
L’esercito dei “Buoni”
Nel gioco sono presenti ben 170 eroi, sbloccabili nel proseguimento dello story mode e nel completamento delle sfide a loro dedicate. Un rooster mastodontico, in cui ogni singola unità, posside il proprio albero delle abilità ed uno specifico arsenale. Prima di ogni missione potrete selezionare il party che userete in battaglia (liberamente intercambiabile) e, la squadra che vi seguirà nelle retrovie, aumentandone l’affinità in caso di utilizzo ripetuto.Al termine della prova, il gioco vi mostrerà il suo aspetto “ruolistico” con punti abilità da spendere e armi da potenziare o smantellare. Niente di particolarmente eclatante o innovativo, ma oltre ad abbattere milioni di nemici, passerete molto tempo anche su questi menù. Qualora siate interessati a gettare nella mischia le “new entry”, la distribuzione dei “punti crescita” accumulati, vi consentirà di farlo fin da subito, permettendovi di variare la squadra praticamente ad ogni missione.
In Warriors Orochi 4 è presente anche una modalità multiplayer, intitolata “Battle Arena”, in cui sei giocatori dovranno darsele di santa ragione, per conquistare gli obiettivi presenti sulla mappa. Per quanto divertente nelle prime partite, difficilmente riuscirà ad appassionarvi a lungo, penalizzata dall’unica tipologia di gioco proposta, che tenderà inevitabilmente verso la monotonia.
Il nostro consiglio è quello di affrontare il gioco al massimo livello di difficoltà, in modo che la sfida sia degna di questo nome. Purtroppo neanche questo espediente, basterà ad evitare la noia che sopraggiungerà con il passare delle ore, raramente ravvivate da qualche boss-fight capace di darvi del filo da torcere. Un vero peccato, vista la ricchezza contenutistica del titolo.
La Guerra dei Pixel
Passiamo adesso ad analizzare il comparto tecnico del gioco e, anche qui sono purtroppo da riscontrare diversi aspetti “contrastanti”. Warriors Orochi 4 è il titolo graficamente migliore della serie. Tutti i personaggi sono dotati di texture dettagliate e animazioni realizzate in modo discreto, il tutto impreziosito da ottimi effetti particellari, capaci di rendere il titolo molto spettacolare. Lo stesso non può essere detto per quanto riguarda i nemici ( tutti uguali) realizzati in modo approssimativo e i fondali dalla qualità molto altalenante. In molti casi vi troverete di fronte a pareti in bassa risoluzione e, scenari in cui la ripetitività degli elementi, si presenta con una resa visiva tutt’altro che soddisfacente. Anche il frame rate mostra notevoli limiti, precipitando spesso dai 30 fps a velocità molto inferiori, difetto evidente nelle fasi più concitate. La colonna sonora composta da musiche ed effetti presi direttamente dagli episodi precedenti della saga, svolge il suo compito sufficientemente, senza infamia e senza lode.
Mosou Mania
Warriors Orochi 4 è sicuramente il “paradiso” dei Mosou ed è probabilmente il miglior esponente del suo genere. Quello che è a tutti gli effetti un pregio, è nello stesso tempo anche il principale difetto. Il gioco dà più volte la sensazione di proporre qualcosa di diverso, sempre ad un passo dall’infrangere i limiti della categoria, restando poi inevitabilmente ancorato a meccaniche datate e ripetitive. Visto l’indiscutibile sforzo profuso per svilupparlo, testimoniato dalla ricchezza dei contenuti proposti, resta il rammarico che si poteva e si doveva osare di più, soprattutto in termini di gameplay. Se siete amanti di questa tipologia di videogames, questo titolo è un’acquisto imprescindibile, dato che le novità introdotte e l’infinità di personaggi presenti, vi terranno impegnati a lungo. Nel caso in cui invece i mosou non vi piacciano, difficilmente questo gioco vi farà cambiare idea.
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